Ep.4 – Contenuti extra: il murale dedicato a Di Vittorio

La foto di copertina, che ha accompagnato la 4° puntata di INSIEME, “Braccianti di ieri e di oggi”, rappresenta il monumento “Giuseppe Di Vittorio e la condizione del Mezzogiorno” che la città di Cerignola ha dedicato al suo famoso concittadino.

L’opera fu realizzata da Ettore De Conciliis e Rocco Falciano nel 1975 all’interno del “Centro di Arte Pubblica Popolare di Fiano Romano”.

È una grande opera d’avanguardia: una delle poche in Italia dove sono stati applicati alcuni principi metodologici del muralismo moderno, sperimentati e teorizzati in Messico principalmente dal maestro David Alfaro Siqueiros. 

L’opera è monumentale ed è costituita da tre murales realizzati su dei pannelli giganteschi, sostenuti da dei pali, a formare un triangolo, alto fino a 10 m. La superficie dipinta misura circa 150 metri quadrati.

Per poterla apprezzare interamente lo spettatore deve girare intorno all’opera, attivando un meccanismo dinamico espressivo dell’opera d’arta che nella dottrina di Siqueiros veniva definito “muralismo cinematografico”.

L’autore, De Conciliis, ha dichiarato in un’intervista:

Negli anni’70 la sinistra, legata al mondo dell’arte, era a favore di un’arte di nicchia, per pochi, per intellettuali. Quel murale, invece, era per la gente, proprio come la raffigurazione di Di Vittorio: un fantasma pronto ad aleggiare fra gli intellettuali, ma tutto concentrato sul popolo, che lo chiamava “Peppino”

Nei pannelli sono raffigurati diversi momenti, tra cui la modernità che prende il sopravvento sulla civiltà contadina, la corruzione e la mercificazione della donna, rappresentata da due gambe divaricate da cui esce il denaro.

Originariamente il murales stava al centro di Piazza della Repubblica: una location simbolica, di fronte alla sede comunale e alle scuole di Cerignola. 

Nel 1975 dopo la collocazione, l’opera subì un atto di vandalismo e vennero sparati 5 colpi di pistola contro il murale. I fori vennero lasciati a testimonianza dell’accaduto.

Ma negli anni ’80 l’opera viene rimossa a causa dei lavori di ristrutturazione della piazza e non fu più ricollocata. Venne anzi smontata e ne furono danneggiati i pannelli. Alcuni pezzi del murales andarono persi, altri, invece, furono abbandonati negli scantinati del Comune per quasi 30 anni. 

Nel 2009 prima e nel 2011 poi, la cittadinanza cerignolana, con il contributo di alcuni artisti locali, Giovanni Rinaldi (già protagonista della nostra puntata del podcast) e Casa di Vittorio hanno organizzato un raccolta firme per chiedere il recupero dei resti della struttura e finalmente iniziò il restauro.

Nel 2017, in occasione del sessantesimo anniversario della scomparsa di Giuseppe Di Vittorio, il monumento venne restituito alla città, collocato in una nuova posizione, più defilata rispetto a quella originale.
Si trova, infatti, sul retro della basilica di Cerignola, vicino al Piano delle Fosse Granarie (un’area di circa 26.000 metri quadrati che ospita più di 600 fosse profonde 6-8m  e utilizzate fino a pochi anni fa per la conservazione del grano), in mezzo ad una rotonda molto trafficata. 

Io stessa ho faticato a fotografarla e apprezzarla in mezzo al traffico del pomeriggio.

Resta, tuttavia, un’opera notevole e suggestiva, che merita la visita e di cui gli abitanti sono tuttora orgogliosi. 

Online si trovano diversi articoli che riguardano il monumento, vi segnalo di seguito, come d’abitudine, i più interessanti:

  • il dialogo -alto e godibilissimo – davanti all’opera durante la sua realizzazione a Fiano Romano tra lo scrittore Carlo Levi e l’artista Ettore De Conciliis: qui
  • La descrizione del restauro dell’opera, con le foto -impressionanti- della ricomposizione dei frammenti del murales: qui
  • Un’intervista a De Conciliis in occasione del riposizionamento della sua grandiosa opera: qui

Buona lettura!

Le immagini della realizzazione dell’opera a Fiano Romano e i resti fotografati prima del restauro da G.Rinaldi.

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